Liberare il Lavoro dall’ideologia

Oggi sono intervenuto agli Stati Generali del Lavoro, organizzati da Fratelli d’Italia nella sede della Camera di Commercio di Roma.

Ci ho tenuto a sottolineare come in questo ultimo anno la maggioranza e il Governo Meloni abbiano prestato molta attenzione al tema del lavoro pubblico e privato, mettendo in atto una serie di strumenti normativi che interessano diverse categorie tra cui la pubblica amministrazione, il lavoro sportivo e l’imprenditoria agricola. Le accuse che ci rivolge la sinistra sono di matrice puramente demagogica.

 

Per riuscire a progredire davvero, dunque, è necessario liberare il lavoro dall’ideologia. Non si può continuare, come fa la CGIL fungendo da stampella della sinistra, a guardare al mondo del lavoro attraverso le lenti della divisione netta tra lavoratori e datori di lavoro.

 

Lo sciopero è certamente un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione, ma se non serve a tirare fuori proposte concrete l’unico suo risultato sarà perdere tempo e restare fermi. Nelle scorse ore alcuni sindacati hanno paventato il ricorso allo sciopero generale, che è di per sé un atto politico sintomo di una frattura forte che ad ora non c’è. C’è, invece, la malafede di chi ancor prima di conoscere nel dettaglio la manovra finanziaria del governo Meloni, ha annunciato la protesta, peraltro in un momento in cui si registra, secondo i dati ISTAT, il record di occupati in Italia. Ci troviamo dunque in una fase di rilancio economico e sociale e proprio per questo gli stop andrebbero evitati.