Lavoro: l’Europa boccia Landini e il Pd sul Salario Minimo
Sono scaduti ieri i termini per il recepimento della direttiva UE che prevede l’introduzione per legge di un salario minimo adeguato. La risposta degli stati membri equivale ad una sonora bocciatura non tanto al tema di un salario congruo per tutti i lavoratori quanto ai vincoli stringenti, tanto amati dalla sinistra italiana, che si volevano imporre anche a quegli Stati già in possesso di una legislazione sull’argomento e che affidano alla contrattazione la ricerca di un salario migliore e sostenibile.
Su ventisette Stati membri infatti, solo cinque hanno recepito la direttiva nei tempi, in sette, tra cui l’Italia, hanno presentato una proposta di legge in tal senso, ben dodici non hanno neppure iniziato l’iter di recepimento e addirittura due hanno presentato ricorso alla direttiva stessa.
Che dire: una sconfitta su tutti i fronti per il sinistro campo largo e per il suo leader rivoltoso Landini che per mesi è andato in giro blaterando di quanto il Governo italiano fosse contro i lavoratori e non avesse a cuore lo stato di benessere dei propri cittadini, salvo poi dover constatare, dati alla mano, che l’Italia ha fatto ancora una volta gli interessi del suo sistema economico, sociale e di welfare, esattamente come la maggioranza degli Stati dell’Unione.